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mercoledì 7 novembre 2012

Il sogno di tante mamme e di tutti i bambini... nel libro La mia mamma sta con me di Claudia Porta





Ciao! :)

Oggi voglio parlarvi  di un bel libro riletto ultimamente (letto tutto d'un fiato la prima volta; riletto con più calma, e con al seguito carta e penna, la seconda volta...): La mia mamma sta con me di Claudia Porta, autrice del blog La casa nella prateria (che seguo con piacere e interesse ormai da qualche anno).

Claudia è una (ormai famosa) blogger che si è creata un lavoro grazie ad internet, dopo aver fatto la mamma a tempo pieno per alcuni anni.  

Anche io sono una mamma a tempo pieno, e anche io vorrei inventarmi un nuovo lavoro...quindi non potevo certo lasciarmi sfuggire questo libro, che contiene utili consigli anche per chi sogna un lavoro "off-line"... ;)

Ci tenevo a dire la mia su La mia mamma sta con me, che ho trovato prezioso come un manuale, ma piacevole e scorrevole come un romanzo.

Ho già letto parecchie recensioni a riguardo, e spero perciò di non ripetere cose già dette...Ho deciso, quindi, di soffermarmi su alcune delle frasi del libro che mi hanno maggiormente colpita e fatto riflettere.

*****

"Un percorso come questo è alla portata di tutti.
Bisogna solo trovare la propria idea, la propria strada, il proprio problema da risolvere."

Il punto cardine, come dice Claudia, è la soluzione di un proprio "problema"; nel suo caso, il cucirsi un mei tai per portare la propria bambina e condividerne il tutorial in rete ha creato le basi per la sua attività lavorativa!

Certo, i bisogni da soddisfare possono essere i più diversi, alcuni primari (come il tenere con sé il proprio bambino), altri più voluttuari (per esempio avere sempre un'idea originale per i regali da fare a parenti e amici); ma il fatto di riuscire a trovare una soluzione per sé e per gli altri, è comunque una grossa soddisfazione!

*****

E per restare in tema di soddisfazione...


"Soddisfazione personale: probabilmente avrete scelto un mestiere che amate e per il quale siete portate.
Questo farà si che svolgiate la vostra attività con piacere ed entusiasmo, che trasmetterete a tutta la vostra famiglia."

Volete mettere l'effetto che fa sentirvi chiedere ago e filo da vostro figlio che, dopo una mezz'oretta di lavoro da "piccolo sarto", vi consegna due "toppe" (lui le ha chiamate così) ricavate da piccoli scampolini avanzati?... "Perché così, mamma, le puoi vendere al mercatino, insieme alle cose che stai preparando" :)

*****

"Assicuratevi di non trascurare la vostra famiglia per via del lavoro."


"Ancora una volta, siate obiettive: se avete scelto di stare a casa per occuparvi dei vostri figli non è il caso di assumersi un impegno che richiederà ogni giorno dieci ore del vostro tempo."

e ancora

"Se avete deciso di mettervi in proprio per essere più disponibili con i vostri figli e vi ritrovate sommerse dal lavoro, vi state allontanando dal vostro obiettivo."

e infine

"Non dimenticate di applicare alla vostra vita i princìpi che volete trasmettere: se state scrivendo un libro sull'attachment parenting, state attenti a non trascurare la vostra famiglia nell'intento di aiutare quelle degli altri. Se state cucendo mei tai per le altre mamme mentre il vostro bambino urla nel passeggino reclamando la vostra attenzione, siete sulla strada sbagliata."

Ecco! Queste righe mi sono rimaste impresse. Molto!!! 
Purtroppo è veramente facile farsi prendere dall'entusiasmo, e "dimenticarsi" quali fossero le priorità nel momento in cui si è scelto di lasciare il proprio lavoro fuori casa per prendersi cura a tempo pieno dei propri figli...
Ma ripensare a queste frasi mi fa tornare coi piedi per terra, e anche molto in fretta! ;)

*****

"Avere successo significa essere felici? Non sempre.
Pare invece che, al contrario, essere felici significhi avere successo."

Siamo in costante ricerca della felicità! E se svolgere un lavoro che ci piace ci aiuta ad essere più positivi e felici, anche chi ci sta intorno sarà più sereno... questa è una gran cosa!!!

*****

Concludendo, posso dire che la lettura di questo libro dà veramente una marcia in più per affrontare un percorso che spesso (e qui in Italia, ahimè, ancor di più!) sembra impossibile da affrontare...

Ed ora, non resta che rimboccarsi le maniche e guardare avanti! :)

A presto
Chiara


Testo in corsivo liberamente tratto dal libro La mia mamma sta con me di Claudia Porta, per gentile concessione dell’autrice.




lunedì 30 aprile 2012

La nostra esperienza con la varicella e qualche piccolo consiglio


Quest'inverno, all'asilo, c'è stata l'epidemia di varicella, e Riccardo l'ha presa.

Dopo due settimane, come da previsione del pediatra, anche Emanuele ha manifestato i primi segni di contagio. Più preciso di un orologio svizzero!

E' stato un mese pesante. Sia per i sintomi, che sono veramente fastidiosi, sia perché siamo stati costretti a rimanere chiusi in casa fino a completa guarigione.

Io ho cercato molte informazioni riguardanti questa malattia esantematica...in modo da poterla affrontare nel miglior modo possibile.
E questo ha comportato un notevole dispendio di tempo.

Desidero, perciò, ottimizzare il tempo speso, condividendo con voi (che siate alle prese con questa antipatica malattia, o che vi stiate solo documentando) quelli che sono stati rimedi e piccoli trucchi (e non informazioni di carattere medico, per le quali è necessario rivolgersi al medico o pediatra curante) che ci hanno aiutato a convivere con la varicella, e a superarla.

Alcuni sono tratti da esperienze altrui trovate sul web, altri da libri, altri ancora li abbiamo "scoperti" noi.

Ma eccoli, in rigoroso ordine sparso

1) Non desiderando utilizzare gli antistaminici (farmaci), abbiamo cercato di diminuire il prurito causato dalle croste tamponando la pelle con un decotto di elicrisio e con l'utilizzo dell'oleolito di elicrisio. Per avere informazioni precise, vi consiglio di rivolgervi ad una buona e ben fornita erboristeria.

2) Abbiamo seguito (solo) alcuni dei consigli presenti nel libro Medicina antroposofica familiare di Sergio Maria Francardo, quali: l'utilizzo di gocce omeopatiche a base di Rhus toxicodendron, sia per l'ammalato sia per chi, in famiglia, non fosse ancora immune; l'assunzione molto limitata di proteine, durante la malattia (troppe proteine, infatti, sembra che aumentino la sensazione di prurito).
Per quanto riguarda la prescrizione dei farmaci omeopatici, vi invito a rivolgervi ad un medico omeopata di vostra fiducia (aggiornamento: ad oggi consiglierei rimedi fitoterapici che, per esperienza con altri disturbi, abbiamo notato essere più efficaci).

3) A causa del prurito, anche la biancheria intima può essere mal sopportata...le mutande sono state temporaneamente sostituite con dei pantaloncini corti di maglina di cotone, che sono più larghi sulle gambe e non strisciano e non stringono (per le bambine, un vestitino senza biancheria sotto sarebbe l'ideale, se la stagione lo consente, perché si eviterebbe il fastidio che provoca anche solo l'elastico presente in vita di mutande o pantaloncini).

4) Abbiamo vestito i bambini con indumenti leggeri, per non farli sudare.

5) Le magliette col collo (anche se non stretto) sono state "abolite"; al loro posto abbiamo optato per felpe leggere con zip, almeno nei giorni in cui le pustole erano più fastidiose (non avete idea, o forse ce l'avete, di cosa significhi tentare di infilare o sfilare una maglia col collo ad un bambino con le bolle sulla fronte, o anche solo "arrabbiato" per il fastidio di tutte le bolle che ha sul corpo...).

6) Il modo più efficace, per noi, di distrarre i bimbi dal pensiero del prurito è stato quello di occuparli con giochi, letture, canti, e quello che ci veniva in mente man mano.
Guardare la televisione rendeva i nostri bambini più infastiditi dal prurito e più nervosi e annoiati... Probabilmente la "cura" migliore, era proprio quella di avere tutta l'attenzione di mamma e papà

7) Nei momenti più difficili, e anche quando eravamo in attesa dei medicinali, o aspettavamo che questi facessero effetto, il modo più efficace per lenire il prurito è stato...soffiare sulla parte che prudeva! :) ...e anche qui, il bello è che c'è stato un momento in cui dovevo soffiare e contemporaneamente leggere il libro...sembravamo dei matti! ;)

Spero vivamente che questi consigli possano tornare utili a chi fosse alle prese con la varicella.

...e ricordate...quando ci si è "dentro" sembra quasi un incubo...ma già a distanza di un mese e mezzo, a noi sembra passata un'eternità. Abbiate fede! :) Tutto passa...

A presto!
Chiara



giovedì 5 gennaio 2012

Come son riuscita a far mangiar le mele ai miei figli...


Non che loro detestino le mele, ma se possono scegliere, scelgono altro...e, soprattutto, non è stato nulla di premeditato! ;)

Beh, l'altro giorno, durante il piovoso pomeriggio in cui stavamo preparando la Torta alle mele della Pin (ricetta tratta dal libro Benvenuti nella mia cucina di Benedetta Parodi), mi apprestavo a sbucciare e tagliare le 3 mele indicate nella ricetta; ma i miei due lupacchiotti famelici, che non avevano ancora fatto la merenda, man mano che tagliavo le mele in quarti me ne chiedevano una fetta! :)
Alla fine, di mele, ce ne sono volute 6! E non so nemmeno se quelle 3 che servivano per la torta siano effettivamente finite tutte nell'impasto... ;)

Anche se mi sono azzardata a fare qualche piccola modifica (per mancanza totale o parziale di alcuni ingredienti), la torta è venuta bene, e perciò vi do la ricetta rielaborata, ribattezzandola Torta mangia-mele!!! :)






Se volete provarci anche voi, vi serviranno:
- 50 gr. di burro
- 50 gr. di olio extra vergine di oliva
- 100 gr. di zucchero di canna bianco
- 100 gr. di farina
- 1/2 bustina di lievito
- 3 uova
- 1/2 bustina di vanillina
- 1 pizzico di sale

Accendete il forno a 180° per farlo scaldare e sciogliete il burro. Poi mischiate burro fuso, olio e zucchero, più un pizzico di sale. Successivamente unite la farina e il lievito, precedentemente miscelati; mischiate ancora e unite un uovo alla volta, fino a quando il composto non sarà omogeneo.
E' ora di sbucciare le mele e tagliarle a fettine molto sottili.
Man mano che le tagliate, unitele al composto e mescolate, così non diventeranno nere. Per ultima aggiungete la vanillina.

Ora versate il composto in una tortiera foderata con carta da forno e fate cuocere la torta per 25-30 minuti.
Io, trascorso il tempo, ho abbassato gradualmente la temperatura, in modo che la torta non si "sedesse"...anche se non so quanto abbia funzionato, perché un pochino si è abbassata lo stesso ;)

Però l'esperimento lo considero riuscito, visto che mio marito ha chiesto il bis...lui che normalmente predilige le torte "pannose" o con crema!

Ah, ultima cosa: nella ricetta c'è scritto di far raffreddare la torta e poi metterla in frigorifero, perché va mangiata fredda, tagliata a quadretti.
Io non l'ho messa in frigo, data la stagione...vedremo quest'estate, se è più buona a temperatura ambiente o a temperatura frigorifero! 

ciao ciao
Chiara


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