sabato 24 settembre 2011

Balbuzie infantile: cari mamme e papà, NO PANIC...

Sinceramente non avevo mai pensato che anche noi saremmo passati per questa esperienza, e invece sì, ci siamo passati e (grazie al Cielo) felicemente usciti
parlo della balbuzie infantile dei propri figli (beh, per ora solo di uno, visto che Emanuele è ancora piccolino per questo tipo di disturbo; che poi, se non ci avrà a che fare, ne saremo ben felici!).

E visto che è stata un'esperienza che ci ha particolarmente preoccupati (almeno all'inizio), vorrei spendere qualche parola per aiutare, o almeno tranquillizzare, quei genitori che si trovano ora ad affrontare questo disturbo (transitorio nella stragrande maggioranza dei casi).

Ricordo ancora il giorno e il momento preciso in cui mi sono accorta che Riccardo aveva cominciato a balbettare. Poco più di un anno fà. Di ritorno da una bella giornata passata in un parco di divertimenti a qualche chilometro da casa nostra.
Ovvero, come cancellare di netto la spensieratezza di quelle ore, per venir catapultati in un futuro dai toni incerti.

Lo so che posso sembrare esagerata. Ci sono situazioni molto più gravi di questa, malattie che ti lasciano con un'angoscia enorme...Però ogni esperienza è a sé, specialmente se teniamo conto che noi stessi siamo uno diverso dall'altro, e quindi affrontiamo le situazioni ognuno a proprio modo.

Spero solo di non urtare la sensibilità di chi si trova in situazioni più dure di questa, ma, credetemi, nel momento in cui mi sono accorta di ciò che stava accadendo, mi sono spaventata non poco.
Perché certe cose sai quando cominciano, ma non sai se, e quando, finiranno...

Dopo i primi momenti di sgomento, abbiamo subito cercato informazioni sul web e tramite forum di genitori passati attraverso la stessa esperienza.
Per fortuna notizie rassicuranti: la balbuzie infantile è un fenomeno abbastanza comune nell'età compresa tra i 2 e i 7 anni, e per un'altissima percentuale è destinata a risolversi spontaneamente nel giro di qualche mese.

Anche il pediatra ci rassicurò consigliando di aspettare almeno 3 mesi, per vedere gli sviluppi della situazione.
Nel nostro caso quei 3 mesi passarono, ma la balbuzie no, o almeno non definitivamente. C'è voluto qualche mese in più, senza nessun intervento esterno, comunque...

Riccardo aveva cominciato a parlare "senza bisogno di interprete" (ovvero in maniera comprensibile a tutti, e non solo alla mamma, che di solito è l'unica a capire il primo linguaggio del proprio bambino) soltanto 3 mesi prima; se vogliamo, abbastanza tardi rispetto a molti altri bambini (anche se io penso che non ci siano bambini "pigri" né nel parlare, né nel camminare, ecc... ogni bambino comincia quando si sente pronto. Punto e basta).

Probabilmente aveva così tante cose da dire, e la consapevolezza di essere ormai in grado di potersi esprimere chiaramente, che avrebbe voluto dire tutto e subito; e le parole, forse, saranno diventate come un fiume in piena...difficili da gestire. Sembra uno scherzo, ma è una teoria ricorrente quando si cerca di capire il perché della balbuzie nei bambini.

Ricordo che mi si stringeva il cuore nel sentire quanta fatica facesse a pronunciare le prime sillabe delle parole, bloccandosi 3 o 4 volte sulla stessa parola, e sforzandosi all'inverosimile per riuscire. Si sentiva proprio la sua fatica. E forse anche la sua frustrazione.
Ma cercavo sempre di incoraggiarlo con un sorriso...dolce fuori, ma amaro dentro...

E' per questo che mi sento di dare qualche consiglio, gli stessi che sono stati dati a me (a noi), e che ci hanno aiutati ad affrontare questo piccolo terremoto famigliare...

- rimanete rilassati, senza correggere il bambino mentre parla balbettando. Fate quasi finta di niente;
- se l'entità del disturbo è importante, però, e il bimbo fa proprio fatica a pronunciare una parola, bloccandosi, si può pronunciarla al posto suo chiedendogli in tono tranquillo: "Era questo che volevi dire?" (così facendo non gli farete pesare il suo disturbo, ma gli farete capire che non ignorate la sua difficoltà e che siete pronti ad aiutarlo in caso di bisogno);
- non sentitevi in colpa pensando di aver causato questo suo disturbo;
- parlatene con amici e conoscenti con cui vi sentite a vostro agio: potreste scoprire di non essere i soli ad avere (o aver avuto) questo problema. E le esperienze di altri possono aiutare e rassicurare, specialmente se sono a lieto fine.

Spero tanto, con queste mie parole, di poter essere di aiuto a chi si trovasse nella medesima nostra situazione.
Non stancatevi di cercare informazioni, se questo vi fa sentire meglio.
E abbiate pazienza (tanta), molto probabilmente prima o poi il disturbo passerà (ve lo auguro di tutto cuore).

E oggi io so solo una cosa...Riccardo ha una parlantina tale che spesso mi vien da pensare che potrebbe benissimo fare l'avvocato!!! ;)
...anche se da mamma ex-impiegata-convertita-alla-creatività, spero che nella vita possa fare qualcosa di più "colorato" (senza offesa per gli avvocati, si intende! ;-)

ps: ripensandoci (eh si, perché la notte porta consiglio...), mi son detta "bando alle aspettative"; non importa ciò che sceglierà di fare, gli auguro solo, di tutto cuore, che la strada che sceglierà lo soddisfi e contribuisca alla sua felicità!

E scusate il "fuori tema".
Alla prossima! :)
Chiara

2 commenti:

  1. che bello questo post. me lo sono letto tutto, e capisco xfettamente ciò che hai scritto, succedeva anche a me, anche da grande, quando ero molto agitata.Più che altro mi inceppavo e mi mangiavo le parole ed è una sensazione bruttissima ed è proprio dovuto al fatto che volevo dire tante cose in poco tempo e temevo sempre di non essere ascoltata. baci

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  2. Ciao! Ho subito ricambiato la visita! :-D
    Capisco molto bene come tu ti possa essere sentita il giorno che ha cominciato a balbettare. Credo di aver provato la stessa cosa quando il Malandrino ha iniziato ad avere le sue paure (o fobie, come ha preferito definirle uno degli specialisti a cui ci siamo rivolti)circa un anno e mezzo fa. Noi ancora non ne siamo fuori. Ma su internet riguardo a questo argomento non ho trovato nulla che mi potesse aiutare. Per questo qualche settimana fa ho deciso di condividere questa esperienza sul mio blog. Anche se al momento non ho ancora scritto quasi nulla a riguardo. Spero di poterlo fare nei prossimi giorni. Grazie ancora per essere passata a trovarmi. E un grazie ancor più grande per aver lasciato un commento nonstante la stanchezza. Francesca

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